Presentazione del libro di storia militare e locale “Io parto non so se ritorno” di Tonino Del Vecchio (Circolo Culturale Giulio Ricci, Agosto 2014).

Dalla prefazione di Ettore Granatiero – Generale di C.A. nella Riserva.

Ho accettato con piacere l’invito dell’amico Antonio Del Vecchio a scrivere questa prefazione, amicizia recente sviluppatasi per il nostro comune interesse per Rignano. Anche in me scorre “sangue rignanese”: mia madre, Lucia Ricci nacque a Rignano. Due suoi fratelli, Giulio e Carlo, partirono, come tanti altri coetanei, per la guerra: il primo tornò a casa dopo anni di prigionia, il secondo cadde nei cieli
della Russia.

Il testo che segue rappresenta a mio avviso un chiaro e ben riuscito esempio di applicazione del metodo induttivo alla storia, che attraverso le vicende dei singoli militari ha consentito di ricostruire lo svolgimento della partecipazione italiana alla II Guerra Mondiale nella sua interezza, evidenziando ad una ad una, quasi fossero le sequenze di un film, le varie fasi degli eventi bellici.

Il tutto appare ben concatenato. Si comincia dalla cellula-individuo per passare alla squadra o manipolo e poi man mano, attraverso i successivi passaggi a corpi gerarchici sempre più complessi, come: plotone, compagnia, battaglione, reggimento, brigata, divisione, sino al corpo d’armata, all’armata e all’esercito nel suo insieme.

C’è di più. L’approccio all’individuo ha permesso la conoscenza del privato e dei suoi sentimenti, nonché degli effetti che su di lui hanno avuto le scelte operative tattiche e strategiche e quelle politico-militari in generale. Inoltre, a rendere più interessante e chiara l’esposizione ci ha pensato il corredo fotografico e documentario voluminoso e raro, difficilmente rintracciabile in questi tempi del “carpe diem” e dell’usa e getta: interi archivi familiari spariscono per via dell’insensibilità verso tutto ciò che sa di passato e di vecchio.

Esprimo quindi profonda gratitudine all’autore-ricercatore per aver fiutato e rilevato così tanto materiale.

A commuovermi maggiormente è stata l’abbondante corrispondenza, fatta di lettere, biglietti, cartoline e di smozzicate frasi e saluti rilevati sul retro delle fotografie, che mettono a nudo l’animo con le speranze, le aspettative, le angosce dell’uomo-soldato. Interessanti ho pure trovato gli appunti e i ricordi pervenutici per via di storia orale dai familiari diretti ed amici dei personaggi trattati, nonché la rappresentazione di oggetti, come medaglie, piastrine, ecc..

Insomma, riscontro un libro completo ed interessante, che si legge tutto d’un fiato per via dello stile piano e giornalistico, libro che ha soprattutto il merito di aver dato visibilità a quanti hanno sa-
crificato la gioventù ed in molti casi la vita per l’Italia. Spetta a noi coltivare il loro ricordo e dal loro sacrificio attingere le forze per migliorare il nostro Paese.

Ettore Granatiero
Generale di C.A. nella Riserva

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